Giovanni Pascoli
Vi ricordate che vi avevamo detto che avremo continuato il lavoro sui poeti del 1800?
Abbiamo parlato di Carducci ed ora tocca a Giovanni Pascoli.
Giovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna.
All’età di dodici anni perde il padre Ruggiero,
ucciso da una fucilata sparata da ignoti. Era il 10 agosto 1867. Pochi mesi dopo muore anche la madre, Caterina.
Giovanni va nel collegio di Urbino dove studiava prima della morte del padre, ma nel 1871, a causa dei debiti della famiglia, é costretto a lasciarlo.Ottiene comunque la maturità classica a Rimini e, grazie a una borsa di studio, frequenta l’Università di Bologna dove segue i corsi del poeta Giosuè Carducci. Nel 1905 sostituirà il poeta Giosuè Carducci all’università di Bologna dove insegnerà fino alla sua morte avvenuta nel 1912.
Poesia NOVEMBRE
Gémmea l’aria, il sole così chiaro
Che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
Di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate,
fredda, dei morti.
Il nostro cartellone
Abbiamo parlato di Carducci ed ora tocca a Giovanni Pascoli.
Giovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna.
All’età di dodici anni perde il padre Ruggiero,
ucciso da una fucilata sparata da ignoti. Era il 10 agosto 1867. Pochi mesi dopo muore anche la madre, Caterina.
Giovanni va nel collegio di Urbino dove studiava prima della morte del padre, ma nel 1871, a causa dei debiti della famiglia, é costretto a lasciarlo.Ottiene comunque la maturità classica a Rimini e, grazie a una borsa di studio, frequenta l’Università di Bologna dove segue i corsi del poeta Giosuè Carducci. Nel 1905 sostituirà il poeta Giosuè Carducci all’università di Bologna dove insegnerà fino alla sua morte avvenuta nel 1912.
Poesia NOVEMBRE
Gémmea l’aria, il sole così chiaro
Che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
Di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate,
fredda, dei morti.
Ascolta la poesia
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